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Giuliano Mesa letto da Biagio Cepollaro e Gianni Montieri

Apertura della VI edizione di Tu se sai dire dillo 5 ottobre 2017,

Libreria popolare di via Tadino, Milano

Adesso che è imminente l’uscita di Lavoro da fare in cartaceo, alla vigilia dell’inaugurazione della rassegna dedicata a Giuliano Mesa, Tu se sai dire dillo V edizione, pubblico come anticipazione una parte dell’appendice del libro che riguarda la nota critica di Giuliano e lo scambio di mail che avemmo tra il 2005 e il  2006 intorno al libro.

Una nota di Giuliano Mesa e uno scambio di mail

In Lavoro da fare, nel testo di prologo, si legge: “quello / che non ti fu dato all’inizio / non cesserà mai di mancare”. Associando frammenti di memoria culturale, si pensa sùbito ai Four Quartets di Eliot (East Coker I, “In my beginning is my end”) e all’Eraclito da Eliot richiamato e posto in esergo (“hodòs áno káto mía kaì houté”, “strada all’in su e all’in giù una sola e medesima”: fr. B60 Diels-Kranz, A 33 Colli). E vi si pensa anche perché, pochi versi prima di quelli appena citati, Cepollaro ci offre un’ulteriore variante del distico conclusivo, ormai divenuto formulare, di The Hollow Men (“This is the way the world ends / Not with a bang but a whimper”), scrivendo: “e non scherzare più col fuoco / della vita / o in una di queste mattine la piccola / storia sgangherata e sempre / pronta a rimangiarsi il cielo / finirà tra lo strepito del condominio / non come si chiude un volo / ma come un colpo di tosse”.
Ancor più dei Versi nuovi, questo è un libro “di meditazione e di preghiera”, e potrebbe sembrare irriguardoso soffermarsi sui riferimenti culturali. Potrebbe non esserlo ricordando che il “lavoro da fare” “non è lavoro / da fare da soli”. E’ anche, dunque, “lavoro fatto”, nel corso dei millenni. E il legame con questa tradizione di lavoro è lo stesso Cepollaro a ribadirlo, ribadendo, nella V sezione, la memoria di Ifigenia e Agamennone.Che cosa “suoniamo”, “con corde rimediate / tra le rovine della storia”? A questa implicita domanda, nella sezione II, sembrano rispondere alcuni versi della sezione V: “è questo suono acuto / e grave, limpido e / rauco / pieno e gracidante / questo suono ora / è dentro / al cerchio / di noi che non siamo / già più noi finalmente”. E il percorso, anche il percorso del libro, conduce alla “Porta / del ritorno e della restituzione”, ritorno al mai stato e restituzione del mai avuto. “tu vai incontro / all’origine / invecchiando / e ciò che col tempo / hai imparato / è stato solo parafrasi / di versi / all’origine ascoltati” (III). Si “suonano” parafrasi di versi, di suoni, ascoltati all’origine, ma quell’origine è una memoria immemorabile, sempre mancante, “non data all’inizio”. Quell’ascolto, se fosse davvero accaduto, avrebbe dovuto consentire la mimesi, non soltanto la parafrasi. Quel suono onnicomprensivo, onnisonante, risuona dentro il cerchio che congiunge la fine e l’inizio, la strada che scende e quella che sale – il cerchio dentro cui si può giungere e stare, soltanto, finalmente, non essendo “più noi”. Così, il lavoro di Cepollaro sembra un lavoro a de-formare, a slegare suono e senso per non de-legare più alle forme una nominazione potenziale impossibile, che nel darsi come potenziale può allontanare dalla consapevolezza della sua impossibilità. E tuttavia parlando, dicendo. E ogni parlare e dire è sempre, anche, un formare, un fare e dare forma. Questa contraddizione non ha superamento. Ma può non essere conflitto se si abbandona l’ab-soluto per restare dove siamo: nel legame, nella relazione, con tutti i conflitti e le contraddizione che vorremmo sciogliere, ab-solvere. Forse non c’è soluzione. Forse non c’è assoluzione.

Giuliano Mesa, marzo 2006.


 

Caro Biagio,

ho sùbito stampato e letto Lavoro da fare. E’ un grande testo di meditazione
poetica, dove si fa ancor più accentuata, quasi “naturale”, la capacità di
fondere pensiero, preghiera, lacerti di quotidiano e di storia sociale. La
lingua scorre, senza incrinarsi o implodere, ma è lo scorrere, penso, di chi
cammina su un filo, conoscendo l’abisso sottostante; una sorta di esercizio
zen. Sono importantissime le riflessioni sull’età, sul saperla accogliere,
accettare. Ed anche, vorrei dire, nel sapervi trovare “bellezza”. Il
“meriggio della vita”, caro Biagio, ha una sua grande suggestione, a cui di
certo non saprei rinunciare per ritornare, se mai fosse possibile, al
mattino.
Nel leggere “d’un fiato”, ho constatato che, a partire dalla sezione V, o
già alla fine della sez. IV, riprendi la tecnica (?) di eliminare gli
articoli determinativi, che era tratto “stilematico” dei Versi Nuovi. Il suo
ricomparire a metà libro riaccende l’attenzione, appunto, sullo “stile”,
mentre fino a quel momento la concentrazione era tutta sui “contenuti”. Per
pignoleria, voglio poi dirti che, in una scrittura così priva di “giochi”,
di artificio, lo spezzare avan – scoperta all’inizio di III mi ha stupito.
Sono molto contento che tu abbia deciso di affidare la postfazione a
Florinda.
La nevralgia sembra ormai guarita e sto riprendendo il “ritmo buono”, senza
farmi troppe illusioni. I problemi non mancano e non mancheranno, sia quelli
derivanti dalla mia precarietà lavorativa (che ovviamente si aggrava col
passare degli anni) sia, soprattutto, quelli derivanti dalla famiglia. Ma ho
forse finalmente imparato, dopo la grave crisi di due anni fa, a non reagire
autodistruttivamente, pur non potendo ancora inibire le reazioni
psicosomatiche negative.
Scusa per le chiacchiere. Un grande abbraccio

Giuliano
giovedì 22 settembre 2005


Carissimo Giuliano,

grazie delle tue parole che sono sempre ‘interne’ a ciò che dico perché interne a te e quindi al nostro silenzioso dialogo: la relazione non si aggiunge, costituisce ognuno. E la qualità del dialogo dipende anche dal lavoro che ognuno fa per sé: si conosce perché si riconosce, e alla fine , per riconoscenza.
Come la tua nota evidenzia subito, a differenza di ciò che appariva in Versi Nuovi, ora c’è un senso della relazione con la tradizione letteraria più esplicito e positivo: i grandi autori dell’Occidente possono ancora nutrirci, come sai bene tu che ti rileggi i classici…Da lì sono giunto ad un punto che non è né occidente né oriente ma lavoro per aderire al presente, cosa che hai rilevato e che da tempo fa parte di tua acquisizione profonda. Presente scarnificato, tendenzialmente senza infingimenti ma anche senza autolesionismo, c’è posto per la gaiezza se ce n’è per un dolore che non si appaga di una metafora per cambiare le carte in tavola…
Certo, non è il Poetico che dà fondamento alla poesia (ne costituisce al massimo orizzonte d’attesa, categoria sociologica), ma è la Poesia che dà fondamento al poetico, dissolvendo di volta in volta ciò che viene considerato tale e suggerendone uno nuovo. Noi diciamo, credo, comincio davvero a credere, che una cosa è poesia per la qualità dell’esperienza che facciamo e poi ci abituiamo a riconoscere quell’esperienza, quella qualità, fino al punto da codificarla. Come dire che la poesia oggi per me non è un insieme di regole del gioco, o almeno non solo quello, non innanzitutto quello, ma il porre in essere l’invenzione del gioco, lo stupore di vedere formarsi innanzi a sé un altro gioco, come talvolta il bimbo scopre di star giocando con un oggetto che fino ad allora non aveva considerato un gioco.
L’importante comunque è giocare con qualcuno, è sapersi commuovere , e quindi muovere insieme, termine antico, fino al punto che un altro si metti in gioco, per sua conoscenza, per suo godimento, se vuole, se sa. La poesia, comincio a credere, credo sempre di più, è un effetto collaterale della qualità della propria umana esperienza (ciò che manca, ciò che è stato promesso, ciò che non è stato dato, ciò che era lì da sempre) a cui si allude con mezzi inevitabilmente retorici ma al di là di ogni cinismo come di ogni ingenuità. Quindi niente manierismo come niente ingenuo contenutismo. Ciò che non può essere nominato non sarà nominato. Ma ciò che possiamo nominare è il nostro lavoro, il nostro gettare ombra e luce sull’accadere degli inizi in cui consistiamo ma che dobbiamo meritare, appunto. Ciò che non può essere nominato dona il senso ai nostri piccoli nomi…Carissimo, grazie ancora di avere incarnato per me questa possibilità che da giovani entrambi abbiamo scelto (o che da essa siamo stati scelti), grazie insomma per la qualità dell’esperienza, per averla mostrata possibile e per averne cominciato a fare, nel nostro piccolo, grazie ai più giovani, tradizione. Un abbraccio forte, Biagio

19 marzo 2006

TU SE SAI DIRE DILLO

Quarta edizione

 cop

 

17-18-19 settembre 2015

Galleria Ostrakon

via Pastrengo 15, Milano

 

La rassegna Tu se sai dire dillo, ideata da Biagio Cepollaro e giunta alla quarta edizione, è dedicata alla memoria del poeta Giuliano  Mesa, scomparso nel 2011.

A leggere le sue poesie, oltre a Biagio Cepollaro, vi sarà anche Andrea Inglese.  Quest’anno i temi saranno: l’esperienza di Milanopoesia (1983-1992) raccontata da Eugenio Gazzola e da alcuni protagonisti come l’artista William Xerra, la poetessa Giulia Niccolai e dall’organizzatore Mario Giusti; il festival dei nostri anni  Bologna In Lettere a cura di Enzo Campi ; l’Artventure parigina di Lucio Fontana ricostruita da Jacopo Galimberti, l’opera elettronica di Giovanni Cospito eseguita al Teatro Verdi, situato proprio di fronte allo Spazio Ostrakon.

E ancora avranno spazi dedicati: la figura unica diventata leggenda del poeta-operaio Luigi Di Ruscio tratteggiata da Christian Tito; la nascita del blog  Perigeion e i poeti Massimiliano Damaggio, Antonio Devicienti, Nino Iacovella, Gianni Montieri , presentati da Francesco Tomada, e infine, la poesia di Nadia Agustoni, Giusi Drago, Francesco Forlani, Vincenzo Frungillo, Italo Testa e la prosa di Giorgio Mascitelli.

17 Settembre, Giovedì

 

ore 18.00

 Biagio Cepollaro e Andrea Inglese leggono Giuliano Mesa

ore 18.30

 L’artventure parigina di Lucio Fontana a cura di Jacopo Galimberti

ore 19.30

Le poesie di:

Nadia Agustoni

Giusi Drago

Francesco Forlani

Vincenzo Frungillo

Italo Testa

 

I racconti di :

Giorgio Mascitelli

ore 20.30

Intervallo

ore 21.00  Il pubblico è invitato a spostarsi al Teatro Verdi, di fronte allo Spazio Ostrakon

Opera elettronica di Giovanni Cospito su testi di Biagio Cepollaro

 

 

18 Settembre, Venerdì

ore 18.00

Gli anni di Milanopoesia

a cura di Eugenio Gazzola

 

Saranno presenti:William Xerra, Giulia Niccolai, Mario Giusti

 

ore 19.30

Intervallo

ore 20.00

 

Lettere dal mondo offeso: per Luigi Di Ruscio

a cura di Christian Tito

 

Letture dal romanzo epistolare

Proiezione video

Testimonianze

 

19 Settembre, Sabato

ore 18.00

Perigeion e i poeti

a cura di Francesco Tomada

 

Massimiliano Damaggio

Antonio Devicienti

Nino Iacovella

Gianni Montieri

Francesco Tomada

 

ore 19.30

Intervallo

ore 20.00

Il presente di Bologna in Lettere

a cura di Enzo Campi

“Agit-prop-poetry”, un intervento di Enzo Campi

“Sistemi d’Attrazione”, proiezione di un video montato con i materiali della terza edizione del Festival Bologna in Lettere

“Sì, si può”, recital multimediale con Alessandro Brusa, Martina Campi, Francesca Del Moro, Rita Galbucci, Enea Roversi, Jacopo Ninni, Mario Sboarina, Enzo Campi

 

 

 

L’immagine in copertina è di Biagio Cepollaro, Predella-Dittico, dipinto su due pannelli. Tecnica mista su mdf, cm 80 x 50 complessivi,2009.Coll privata, Milano

Da sinistra: Biagio Cepollaro e Giuliano Mesa

Da sinistra: Biagio Cepollaro e Giuliano Mesa

TU SE SAI DIRE DILLO

Terza edizione
18-19-20 settembre 2014
Galleria Ostrakon
via Pastrengo 15, Milano

 

La Galleria Ostrakon ospita, tra il 18 e il 20 settembre 2014, la terza edizione della rassegna Tu se sai dire dillo,dedicata alla memoria del poeta Giuliano Mesa (1957-2011) e ideata da Biagio Cepollaro. Anche quest’anno l’attenzione è rivolta a poeti importanti e radicali del ‘900 ancora poco conosciuti come Gianni Toti (1924-2007), tra l’altro pioniere della video poesia in Italia di cui viene presentata per la prima volta l’intera opera in versi curata da Daniele Poletti; Emilio Villa (1914-2003), precursore delle neoavanguardie,in nome del quale si sono svolte nel corso dell’anno molte iniziative promosse da Enzo Campi, a partire proprio dalla galleria Ostrakon, e Paola Febbraro (1956-2008), poetessa prematuramente scomparsa intorno alla cui opera parleranno Anna Maria Farabbi ,Viola Amarelli e Giusi Drago. Ad arricchire il programma vi è la presentazione dell’ambizioso progetto Phonodia, curato da Alessandro Mistrorigo della Ca’ Foscari di Venezia, relativo ad un archivio di voci di poeti di tutto il mondo. Infine sulla questione della critica letteraria oggi verterà una conversazione tra Luigi Bosco e Lorenzo Mari, redattori del blog In realtà, la poesia, e Luciano Mazziotta.

18 Settembre, Giovedì

ore 19.00

Biagio Cepollaro legge Giuliano Mesa

Buffet e aperitivo

ore 21.00

Gianni Toti e la Casa Totiana
a cura di Daniele Poletti e con la collaborazione della Casa Totiana

Invitati e interventi:
Daniele Poletti, Ermanno Moretti, Daniele Bellomi, Pia Abelli Toti, Dome Bulfaro,

Giovanni Anceschi, Pier Luigi Ferro, Raffaele Perrotta, Giacomo Verde, Giacomo Cerrai

Pia Abelli Toti parlerà della Casa Totiana e di Gianni Toti.

Daniele Poletti e Ermanno Moretti presenteranno [dia•foria e il libro TOTILOGIA

E’ la prima antologia completa dell’opera poetica di Toti, corredata da interventi critici, creativi e da un inedito.
Il libro è stato pubblicato, con il sostegno de La Casa Totiana, da [dia•foria, edizioni Cinquemarzo.

Giacomo Verde presenterà il video Fine Fine Millennio, che partecipò all’UTAPE del 1987, con Gianni Toti in giuria

Proiezione di 2/4, video di Gianni Toti

 

19 Settembre, Venerdì

ore 19.00

La critica letteraria: In realtà, la poesia

Luigi Bosco e Lorenzo Mari dialogano con Luciano Mazziotta.

Sono invitati:

Francesco Forlani, Vincenzo Frungillo, Andrea Inglese, Giorgio Mascitelli, Luigi Metropoli, Davide Racca, Italo Testa, Pino Tripodi

 

 

Buffet e aperitivo

 

ore 21.00

Progetto PHONODIA Ca’ Foscari di Venezia

a cura di Alessandro Mistrorigo

 

 

20 Settembre, Sabato

ore 19.00

La poesia di Paola Febbraro
a cura di Giusi Drago

Intervengono:
Viola Amarelli e Anna Maria Farabbi

 

Buffet e aperitivo

 

ore 21.00

Un anno per Villa
a cura di Enzo Campi

“Il Clandestino”, video-intervento di Stelio Maria Martini su Emilio Villa

Saranno presenti alcuni degli autori che hanno collaborato alle imprese editoriali e performative del progetto Parabol(ich)e dell’ultimo giorno, Dot.Com Press – Le Voci della Luna.
Il libro raccoglie, oltre ai testi villiani, contributi critici e operazioni verbovisive di:

Daniele Bellomi, Dome Bulfaro,
Giovanni Campi, Biagio Cepollaro, Tiziana Cera Rosco,
Andrea Cortellessa, Enrico De Lea,
Gerardo de Stefano, Marco Ercolani, Flavio Ermini,
Ivan Fassio, Rita R. Florit, Giovanna Frene,
Gian Paolo Guerini, Gian Ruggero Manzoni,
Francesco Marotta, Giorgio Moio,
Silvia Molesini, Renata Morresi, Giulia Niccolai,
Jacopo Ninni, Michele Ortore, Fabio Pedone,
Daniele Poletti, Davide Racca, Daniele Ventre,
Lello Voce, Giuseppe Zuccarino, Enzo Campi

 

 

Qui un video a cura di Diaforia e di Daniele Poletti dedicato alla serata che ha visto protagonista la figura di Gianni Toti. Le riprese riguardano anche altri momenti della rassegna.

 

TU SE SAI DIRE DILLO

Seconda edizione

27 – 28 settembre e 2 – 3 ottobre 2013

La seconda edizione di Tu se sai dire dillo ricorda Giuliano Mesa, a due anni dalla scomparsa prematura del poeta, proponendo temi che in modo esplicito o implicito a lui si riconnettono. Si tratta di dimensioni della poesia, dell’immagine, della musica e del pensiero che veicolano quell’aria di intrinseca libertà, o meglio, di necessità interna al fare creativo, che ha contraddistinto la sua opera. Questa edizione prevede tre luoghi milanesi per realizzarsi: una galleria d’arte (Ostrakon), un laboratorio di pittura (Laboratorio 1 aprile), una libreria (Libreria popolare di via Tadino) e quattro serate.

Le prime due serate saranno dedicate ad Emilio Villa e avranno luogo presso la galleria Ostrakon.

Si tratta di contributi critici e omaggi creativi raccolti nel volume a cura di Enzo Campi  AAVV, Parabol(ich)e dell’ultimo giorno, Le voci della luna, 2013 e del campo di ricerca relativamente recente, che si definisce video poesia: la rassegna ospita la terza edizione di Frames & Poiesis, su progetto di Emanuele Magri, che propone opere di video poesia e un incontro con gli autori.

La terza serata che avrà luogo presso il Laboratorio 1 aprile sarà dedicata a dimensioni extraletterarie: all’arte (mostra di pittura di Biagio Cepollaro) e al pensiero critico. Vi saranno conversazioni sul filosofo della scienza Feyerabend con Antonio Sparzani e sulla condizione dell’uomo nel tempo del neoliberismo, a partire dal lavoro di Maurizio Lazzarato con Giorgio Mascitelli e Pino Tripodi.

La quarta e ultima serata avrà luogo presso la Libreria Popolare di via Tadino e comprenderà, a cura di Luigi Metropoli, letture e interventi intorno al lavoro di Giuliano Mesa e Biagio Cepollaro, che insieme hanno realizzato , lungo il corso quasi trentennale della loro amicizia, ciò che si potrebbe definire, secondo l‘espressione cara a Giuliano Mesa, ‘una piccola fabbrica’.

La rassegna terminerà con una performance musicale di Stefano delle Monache progettata per un’opera di Andrea Inglese.

TU SE SAI DIRE DILLO

Seconda edizione

27 – 28 settembre e 2 – 3 ottobre 2013

PROGRAMMA

tu, se sai dire, dillo, dillo a qualcuno.

Giuliano Mesa

 

GALLERIA OSTRAKON

via Pastrengo 15 Milano  –  27 settembre, venerdì

 ore 18.30

AAVV, “Parabol(ich)e dell’ultimo giorno”, Le voci della luna, 2013

 A cura di Enzo Campi

con Biagio Cepollaro, Fabrizio Bianchi (editore), Paolo Zublena

 ore 21.00

Omaggi creativi e critici ad Emilio Villa

 Dome Bulfaro, Cera Rosco, Daniele Bellomi, Enrico De Lea, Marotta, Francesco Forlani, Biagio Cepollaro, Enzo Campi, Jacopo Ninni

GALLERIA OSTRAKON 

via Pastrengo 15 Milano  28 settembre, sabato

ore 18.30

Omaggio video di Dome Bulfaro

 “La mega scrito (III)”

“Da le mûra di Tebe ai Trous”,

Recital multimediale di Martina Campi, Francesca Del Moro, Mario Sboarina, Enzo Campi

 ore 21.00

Frames e Poiesis III

 (rassegna di video poesia o poesia video)

Emanuele Magri e Biagio Cepollaro

 

LABORATORIO 1 APRILE 

via Nicola d’Apulia,12 – 2 ottobre, mercoledì

ore 17.30

Mentre il pianeta ruota.

Inaugurazione mostra di pittura di Biagio Cepollaro

ore 19.00

Conversazione con Antonio Sparzani su

Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia, Il cammino comune delle scienze e delle arti.

A cura di Antonio Sparzani

ore 21.00

Conversazione su

La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista di Maurizio Lazzarato

 A cura di Giorgio Mascitelli e Pino Tripodi

 

LIBRERIA POPOLARE DI VIA TADINO

via A.Tadino 18  – 3 ottobre, giovedì

 ore 18.30

 Giuliano Mesa e Biagio Cepollaro: una piccola fabbrica.

A cura di Luigi Metropoli.

 Biagio Cepollaro legge Giuliano Mesa

Sono stati invitati: Giusi Drago, Francesco Forlani, Andrea Inglese, Teresa Marino, Giorgio Mascitelli,  Davide Racca, Luigi Severi e Paolo Zublena

ore 21.00

Andrea Inglese performance con musicista Stefano delle Monache.

Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato

 

Immagine

 

Ostrakon  Letteratura

TU, SE SAI DIRE, DILLO.

Edizione 2012

Tre incontri nel dire

tu, se sai dire, dillo, dillo a qualcuno. Giuliano Mesa

A quasi un anno dalla scomparsa del poeta Giuliano Mesa (Salvaterra, 1957-Pozzuoli, 2011), lo Spazio Ostrakon di Milano intitola la sua prima edizione di Tu, se sai dire, dillo con un verso dell’autore del Tiresia. Tu, se sai dire, dillo: la poesia è sia un talento coltivato, come qualsiasi altra arte, sia una necessità. Nel tempo della povertà, come direbbe Hölderlin, talento e necessità reali scarseggiano a fronte della facilità con cui spuntano i facitori di versi. Ostrakon prova ad offrire uno spazio adeguato all’arte della parola poetica avvicinando in tre incontri autori molto diversi tra loro per generazione e formazione ma accomunati dalla sicurezza e dalla forza dello stile. Leggi il seguito di questo post »